salumi e formaggi

Salumi e formaggi: gli abbinamenti giusti

Salumi e formaggi sono tra i piaceri della tavola a cui davvero in pochi riescono a rinunciare. Certo, non bisogna abusarne, ma un tagliere di qualità rappresenta una vera e propria delizia per il palato. E siccome una degustazione di salumi e formaggi che si rispetti non può prescindere dall’abbinamento con un buon vino, è necessario accendere i riflettori proprio su questo argomento.

Non è il caso di farsi imbrigliare da rigide regole e convenzioni, perché alla fine a fare la differenza sono i gusti personali. Ci sono però delle linee guida che vale la pena seguire per esaltare e valorizzare il piatto scelto sul menù o quello che si ha intenzione di mettere in tavola.

Salumi, formaggi e vini: consigli

Carni rosse e selvaggina per esempio non vanno mai accompagnate da un vino liquoroso, mentre pesci, crostacei e molluschi non vanno abbinati ad un vino rosso. Più in generale comunque se la pietanza è speziata o aromatica, oppure acida o amara, è bene servirla con un vino morbido e profumato.

Piatti più decisi vanno a nozze con un vino strutturato e corposo, mentre quelli grassi si accompagnano preferibilmente ad un vino fresco e frizzante.
Ma in questa sede vogliamo concentrarci su salumi e formaggi, proponendo il miglior abbinamento possibile coi vini del nostro territorio. Attenzione però, perché una degustazione che si rispetti comprende anche altri elementi imprescindibili.

Salumi

È impossibile infatti pensare ai salumi senza il pane. Quello ferrarese, e più in generale le varietà a pasta dura, sono perfette assieme al prosciutto crudo. Ma non va dimenticata la piadina romagnola, e se il prosciutto è tagliato a mano può essere utilizzato pure il pane toscano.

La mortadella si apprezza tagliata a dadini o nella tradizionale rosetta. Lo speck viene valorizzato dal pane di segale. I salami del Nord Italia invece si possono accompagnare alla michetta milanese o alla biova piemontese, mentre scendendo nelle regioni centrali il salame è perfetto con la focaccia. Sono però particolarmente apprezzati anche gli abbinamenti con la frutta e la verdura, per esempio il prosciutto cotto con pompelmo e ananas oppure il crudo con uva e fichi. Per non parlare del classicissimo prosciutto e melone. Pancetta e speck fanno un figurone con le zucchine grigliate, mentre la bresaola viene valorizzata da cipolle, finocchi e rucola.

Formaggi

Passando ai formaggi, quelli cremosi, freschi e molli possono essere serviti con verdure grigliate o cotte al vapore. Ma anche con confetture e marmellate, per esempio quelle di arance, limoni e mandarini. Va poi evidenziato il caso di formaggi che possono trasformarsi in fantastici dolci, per esempio il mascarpone o la ricotta che si accompagnano alla grande rispettivamente con mostarda e zucchero a velo. Le olive sono perfette con le caciotte. I formaggi a pasta dura invece vanno a nozze con le pere e l’uva, per non parlare delle noci.

Abbinamenti con il vino

Ma proviamo a fornire qualche consiglio sui vini da abbinare a salumi e formaggi per un tagliere da sogno. Col Primitivo di Manduria si possono gustare guanciale, lardo e capocollo, oltre a caciocavallo e ricotta. Il Chianti classico si accompagna perfettamente a salumi come Finocchiona e prosciutto crudo toscano, mentre per quanto riguarda i formaggi orientatevi su Pecorino e caciotta. La Ribolla Gialla è ideale col prosciutto crudo di Parma e il San Daniele, così come assieme a stracchino, Squacquerone e crescenza. Il Montepulciano d’Abruzzo è fantastico con prosciutto cotto e mortadella, oltre a guanciale e soppressata, ma raggiunge il massimo livello con la porchetta e il Pecorino romano. Non abbiamo parlato della mozzarella, che può essere gustata con un Arneis, mentre quella di bufala viene esaltata da Fiano di Avellino e Greco di Tufo. Col Gorgonzola c’è l’imbarazzo della scelta, tra un rosso come il Sangiovese e bianchi come Riesling e Malvasia secca. Infine, lo speck per il quale consigliamo un Pinot Nero o un Montepulciano d’Abruzzo. Salumi, formaggi e una bottiglia di buon vino: il tagliere perfetto è servito.

carne al forno

Carne al forno: come prepararla

Nella tradizione culinaria italiana la carne riveste da sempre un ruolo fondamentale. Protagonista di antipasti, primi e soprattutto dei secondi piatti più gustosi: cucinarla al meglio non è così semplice!

Ci sono dei segreti per la cottura che consentono di preparare piatti eccezionali. Il metodo di cottura della carne sicuramente più consigliato è quello al forno, sia perché la temperatura costante impedisce di bruciarla, sia perché cuocerla al forno è sicuramente una soluzione più salutare data l’assenza di grassi aggiunti come olio o burro. La cottura al forno richiede molto più tempo, essendo lenta rispetto al grigliare la carne alla brace, ma si può beneficiare in gusto e salute. Inoltre, una delle prime considerazioni da fare è quella relativa al taglio da scegliere, non sono tutti uguali! Alcuni addirittura sono sconsigliati per la cottura in forno, vediamo quale preferire.

Carne al forno: la cottura arrosto

Ci sono vari metodi per ottenere un piatto di carne cotto al forno morbido e succulento. La modalità di cottura arrosto ha ormai preso piede nelle cucine di tutti gli italiani poiché semplice ma d’effetto. Consiste nel cuocere un bel pezzo di carne dapprima a temperatura elevata per sigillare o meglio rosolare la carne. In questo modo i succhi rimarranno all’interno rendendo il prodotto finale gustoso e tenero. Con questa modalità di cottura si può preparare il maiale, il pollo e anche il vitello. Bisogna prediligere i tagli privi di collagene che consentono di avere una cottura più veloce e un risultato più saporito. Inoltre accompagnare il piatto con un delizioso contorno di verdure non può che arricchire al ricetta e non solo in gusto. Il taglio migliore è quello pregiato del vitello o del maiale, preferibilmente il filetto e non le parti povere. Il rischio in cui si incorre sbagliando carne è di avere una fetta secca e poco saporita che non ha retto bene la cottura e si presenta scotta e dura, difficile addirittura da masticare. La parte in cui si esegue la rosolatura della carne è fondamentale per conferire il sapore necessario.

La cottura del brasato

Per quanto riguarda il brasato invece, questo è un metodo di cottura tipico della zona piemontese ma estremamente diffuso in tutta Italia e non solo. Lento ma di grandissima qualità permette di cuocere un bel pezzo di carne, preferibilmente non magra, in modo davvero saporito. La carne infatti andrà a cuocersi all’interno di un liquido di cottura che può essere del vino oppure brodo o ancora il grasso stesso dell’animale. Dapprima la carne dovrebbe essere sfumata in padella per poi essere trasferita all’interno di una pentola in terracotta e cotta al forno a bassa temperatura, circa 150 gradi per due orette. La lunga tempistica richiede un pezzo di carne ben saporito e grasso altrimenti la stessa potrebbe risultare asciutta e poco saporita. La scelta della carne dovrebbe ricadere su spalla o collo, preferibilmente il muscolo. L’aggiunta di spezie come ginepro, pepe, alloro e molto altro, consente di dare più sapore ad un piatto eccezionale.

Benefici della carne

Dopo secoli e secoli in cui la carne è stata protagonista delle tavole, ad oggi se ne sconsiglia il consumo. In realtà però dovrebbero farsi delle considerazioni molto più precise e puntuali piuttosto che così generiche. Nello specifico infatti non è a carne e dunque le proteine animali a fare male, ma il metodo di cottura e l’eccesso. Ovviamente consumare lo stesso alimento a pranzo e cena tutti i gironi non può certo fare bene. Concedersi però un buon piatto di carne ben cucinato, una o due volte alla settimana è sicuramente un toccasana per il corpo e per la mente. Le fritture sbagliate o eccessive, metodi di cottura che impoveriscono la carne invece che preservarne il sapore naturale, sono assolutamente sconsigliati, meglio dedicare qualche ora per la sua preparazione e portare in tavola un prodotto di altissima qualità e dal sapore immenso.

carne rossa e vino

Carne rossa: quale vino abbinare

È considerato il secondo piatto per eccellenza della cucina italiana, nonché una delle pietanze più amate in assoluto nel nostro Paese. Stiamo ovviamente parlando della carne rossa, che la tradizione impone di accompagnare ad un buon vino.

A questo punto, sorge spontanea la più classica delle domande: quale abbinare?

Carne rossa e vino

Non esiste una risposta esatta, anche perché siamo in Italia e ce n’è davvero per tutti i gusti, però vale la pena approfondire l’argomento, perché nulla riuscirà ad esaltare la carne rossa come una bottiglia di vino di qualità. E attenzione, perché è vero che generalmente è preferibile orientarsi su un rosso, però ci sono diversi bianchi in grado di abbinarsi alla perfezione al taglio di carne che avete deciso di mettere in tavola.

Già, perché la scelta del vino non è meno importante di quella della carne. Deve valorizzarla ulteriormente, senza camuffarne il sapore. Ma andiamo al sodo, elencando le caratteristiche imprescindibili di un vino destinato ad accompagnare la nostra carne rossa.

Corposità

Innanzitutto, prestiamo attenzione alla corposità. Con una carne rossa come bistecca, costolette e salsiccia è bene abbinare un rosso consistente e strutturato, per esempio un Nero d’Avola, un Sirah o un Brunello di Montalcino.

Se invece il menù propone arista di maiale al forno oppure filetto, quindi una carne rossa magra, si consiglia di puntare su un vino morbido e vellutato come il Lambrusco e il Merlot.

Cottura della carne

Un aspetto da non sottovalutare è legato alla cottura della carne, perché una tagliata e un brasato non possono essere accompagnate allo stesso vino. O quantomeno sarebbe meglio compiere scelte nettamente diverse.

Le carni al sangue vengono esaltate dai vini giovani, non necessariamente rossi. Proprio così, per esempio il Tocai veneto e l’Arneis piemontese – entrambi bianchi – rappresentano scelte più che azzeccate.

Carni particolarmente cotte invece vanno a nozze con vini come l’Amarone veronese e il Chianti toscano, chiaramente più datati.

Arrosti e vino

Infine, ecco qualche altro consiglio sui vini da abbinare alle vostre pietanze. Per l’arrosto di vitello è perfetto l’Aglianico del Vulture, oppure il Cabernet Sauvignon o una Bonarda. Una delle caratteristiche degli arrosti è la succosità, quindi possono essere interessanti anche Costa d’Amalfi Ravello rosso, Barolo e Brunello di Montalcino.

Bolliti e vino

Coi bolliti invece possono andare bene il Barbera del Monferrato e il Merlot del Friuli.

Altri abbinamenti

Per una buona grigliata si può optare per il Lambrusco, mentre con la tartare di carne è ideale un bianco come Greco di Tufo o Sauvignon del Collio. Il Chianti va bene anche assieme all’hamburger, invece per il cinghiale in umido farete bella figura servendo in tavola un Nobile di Montepulciano. E ancora, con lo spezzatino la scelta può cadere su un Refosco friulano o un Valpolicella Superiore. Il sapore del cervo viene esaltato dal Cannonau di Sardegna, quello del capriolo dal Pinot Nero e quello del capretto dal Rosso di Montefalco e il Sagrantino. Infine, ecco un’altra carrellata di vini rossi per i vostri piatti di carne:

  • la Lacrima di Morro d’Alba è ideale con le scaloppine e col maiale con le mele
  • l’Alto Adige Cabernet con agnello, capretto al forno e selvaggina
  • il Rosso Conero con gli arrosti e il cinghiale
  • il Garda Merlot con lo stinco di maiale
  • il Pomino Rosso con gli arrosti di maiale
  • l’Oltrepò Pavese Barbera con le grigliate miste e il cotechino.

Non resta che mettersi a tavola e stappare una buona bottiglia davanti ad un bel piatto di carne rossa.

caponata

Caponata di melanzane: tradizione a tavola

Origini della caponata di melanzane

Conoscere la Sicilia attraverso la sua cucina tradizionale, vuol dire scoprire sapori raffinati dei piatti tipici dell’aristocrazia unita alla genuinità e semplicità dei prodotti del popolo. Le ricette della cucina siciliana vanno dalla tradizione contadina a quella marinara e vengono contaminate e arricchite dai popoli che hanno dominato questa terra.

Storia

Caponata o, in dialetto siciliano, capunata è un piatto tipico della cucina siciliana. Le sue origini non sono ancora chiare ed esistono diverse scuole di pensiero. Si pensa che il termine potrebbe derivare dalla parola latina caupona, ossia osteria dove i marinai, dopo la battuta di pesce, si cibavano di pane tostato condito con olio, alici, capperi e olive.

Un’altra tradizione popolana, risalente alla dominazione spagnola, associa il termine caponata a capone, nome con cui è chiamata la lampuga. Quest’ultimo è un pesce pregiato ma dalle carni asciutte. Era preparato principalmente nelle cucine degli aristocratici, con una salsa agrodolce. Il popolo, non potendosi permettere questo tipo di ingrediente abbastanza costoso, riadattò la ricetta sostituendo il pesce con le melanzane, un prodotto sicuramente più economico.

Per altri ancora il significato deriva dal greco capto, ovvero tagliare, ed è associato al modo in cui tutti gli ingredienti della caponata di melanzane vengono tagliati.

L’elemento base della caponata di melanzane è il condimento agrodolce, portato in Sicilia dai Persiani. I primi ad utilizzarlo furono i marinai imbarcati nelle navi, che lo usavano per dare sapore alle gallette e alle zuppe. Questo tipo di contrasto tra dolce e agro è tipico della cucina araba.

Non esiste una ricetta ufficiale della caponata di melanzane. Ogni popolazione utilizza gli ingredienti che provengono dal proprio territorio, come peperoni, frutta o carciofi, uniti ad un ingrediente comune, ossia il condimento agrodolce, che dona a questo piatto un sapore unico.

Inizialmente la caponata di melanzane era considerata un piatto unico. Oggi, invece, è anche proposta come contorno o antipasto. In entrambi i casi è rigorosamente accompagnata con del pane.


La caponata di melanzane nelle tavole siciliane

In tutta la Sicilia esistono diverse versioni della caponata di melanzane, tutte con sapori intensi e preparate con prodotti genuini del territorio. Tra le versioni principali troviamo quella palermitana, messinese, agrigentina e catanese.

Quella più conosciuta e più semplice è la versione palermitana. Dalla fine dell’800 è esportata ed apprezzata in tutto il mondo, soprattutto in America, vista la presenza di molti emigrati alla ricerca continua dei sapori delle loro origini. Gli ingredienti utilizzati in questa versione sono melanzane fritte, olive, capperi siciliani, sedano, cipolla, salsa di pomodoro, olio, sale e, infine, zucchero e aceto per donare un sapore agrodolce.

Una variante della versione palermitana è quella messinese, preparata con il pelato invece che con la salsa. L’uso del pelato permette di non colorare la pietanza e di mettere in risalto gli ingredienti, dal momento che non altera il loro sapore.

La differenza tra la versione palermitana e quella agrigentina, invece, è l’aggiunta, in quest’ultima, di peperoni arramascati, basilico, pinolo, pistacchi, uvetta e mandorle. Ne esiste, inoltre, una versione che, agli ingredienti di base, aggiunge pere e pesce.

La versione catanese, infine, prevede la presenza dominante di pomodoro e melanzane fritte, con l’aggiunta di basilico e pinoli. Sempre in questa zona si prepara la cosiddetta caponatina che si distingue dalla classica caponata per l’assenza della salsa agrodolce. Vengono aggiungi, invece, altri ingredienti come le patate, aglio, vino e caciocavallo ragusano.

roastbeef

Roast beef: i segreti per cucinarlo

Da sempre il roast beef è uno dei piatti più amati in tutto il mondo. Il piatto è a base di carne di vitella arrostita in forno, servita come secondo e spesso accompagnata da una salsa o all’interno di un panino. Sebbene sia un piatto prevalentemente semplice, durante la sua preparazione è obbligatorio seguire alcuni regole fondamentali, senza la quale il risultato finale non sarebbe sicuramente ottimale.

Quale carne scegliere per il roast beef?

Il primo passo per cucinare un ottimo roast beef è senza dubbio scegliere una carne di grande qualità. Solitamente il roast beef si ricava dalle prime costole della lombata, ma è possibile utilizzare anche il filetto, lo scamone o la noce. Tutte queste tipologie di carne rappresentano dei tagli molto morbidi, che necessitano solo di una rapida cottura a fiamma alta.

Preparazione del roast beef

Dopo aver scelto il giusto taglio, la prima cosa da fare è dare la giusta forma alla carne. Nel farlo è pratica comune aiutarsi con uno spago, formando un cappio con le estremità. Questa tecnica permetterà di creare una sorta di rete in cui insaccare il proprio pezzo di carne. Solo dopo aver terminato questa operazione sarà possibile iniziare a insaporire la carne aggiungendo odori e aromi, come per esempio salvia e rosmarino.
Proprio le erbe aromatiche sono le assolute protagoniste di una delle principali versione del roast beef. Il roast in crosta di erbe è infatti una ricetta dal sapore gustoso, che oltre alla salvia e al rosmarino vede l’utilizzo di menta e alloro. Questo ricco mix di profumi andrà però aggiunto solo a fine cottura, ricoprendo perfettamente tutta la superficie della carne.
Il roast beef può essere servito a tavola in due differenti maniere: rare o pink. La parte centrale della carne, calda ma non cotta, presenta la caratteristica colorazione rosata . I tempi di cottura variano a seconda dei gusti personali. Un roast beef rare presenta una minima cottura, circa 30 minuti, mentre un roast beef well done viene cotto per circa un’ora. A fine cottura si consiglia sempre di lasciare la carne riposare in forno per altri 10 minuti, permettendo alla stessa di insaporirsi ulteriormente.

Cottura

La maniera più comune per cucinarlo è utilizzare il forno. Sebbene però questa sia il classico strumento di cottura, è possibile anche cuocere la carne al microonde. Questa tecnica consente di ottenere un risultato più leggero e digeribile e di risparmiare parecchio tempo. In questo caso, il roast beef va preparato utilizzando del sale grosso e lo si pone in una pirofila prima di metterlo nel microonde. In seguito, a metà cottura (circa 15 minuti) la carne andrà girata, in modo da permettere alla stessa di cuocersi in maniera omogenea.
Un’altra importante tecnica di cottura è utilizzare la piastra. Il pezzo di carne non va ovviamente cotto interamente sulla piastra, ma, dopo essere aver completato la tradizionale cottura, va passato per alcuni istanti su una piastra bella rovente. Questa modalità di cottura è molto utilizzata nel caso in cui con la carne si intende farcire un panino, pratica molto comune nei paesi anglosassoni.

Panino con il roast beef

Come accennato in precedenza, il panino con il roast beef è una soluzione molto comune soprattutto in Gran Bretagna. Secondo alcune fonti, questa ricetta comparve per la prima volta oltre un secolo fa, più precisamente nel 1877. Il piatto assunse ulteriore popolarità nella prima metà del Novecento, diffondendosi molto negli Stati Uniti soprattutto dopo le recensioni positive fatte da alcuni critici nel 1931.
Si consiglia di abbinare il roast beef con del vino rosso, come Chianti o Cabernet.

carne di vitello

Carne di vitello: come abbinarla al meglio

La carne di vitello è una delle carni più morbide e più versatili presenti, per questo può essere abbinata con una grande varietà di alimenti. Il suo sapore, infatti, è perfetto sia per i piatti tradizionali che per quelli più particolari.

Carne di vitello: come cuocerla

Il primo consiglio è quello che riguarda la cottura della carne di vitello, che grazie alla sua tenerezza è meglio preparare a bassa cottura per molto tempo. Ancora, è consigliato mangiarla cruda realizzando una tartare.
Uno dei metodi più innovativi per cuocere la carne di vitello consiste nel riporlo all’interno di sacchetti e a una temperatura di 60 gradi circa: in questo modo, essa riuscirà a trattenere tutta la sua morbidezza e a non seccarsi, a differenza di quanto accade con altre tipologie di cucina. Solo così, la carne manterrà tutti i suoi valori nutrizionali e le sue caratteristiche integre.

Un altro metodo conosciuto e delizioso per cucinare la carne è quello che prevede la realizzazione del vitello tonnato, che unisce carne e pesce ed è uno dei piatti più amati dagli italiani, nonostante l’accostamento insolito.

Carne di vitello: come abbinarla

Come abbiamo detto, la carne di vitello ha un sapore e un gusto molto delicati e teneri, per questo può essere abbinata anche con alimenti dal gusto deciso. Tra questi abbiamo, ad esempio, le creme realizzate con zucca o miele, alcune tipologie di frutta (soprattutto l’uva) o frutta secca, come le castagne. Ancora, potrete scegliere di gustare la carne di vitello accompagnata da salse più piccanti, come la senape, o con l’aceto balsamico. Un abbinamento insolito è quello che prevede l’accostamento della carne di vitello con la frutta esotica, come l’avocado, lamponi, papaya, ananas e tanti altri.

Se decidete di cuocere la vostra carne alla griglia è consigliabile marinarla prima di porla sul fuoco, in modo che trattenga tutti i succhi e non diventi secca. Una delle marinature più conosciute è quella che prevede l’utilizzo della birra, che non solo offre un ottimo sapore alla carne, ma è anche in grado di evitare la formazione di elementi tossici mentre essa è sulla griglia. La carne di vitello alla griglia può essere correttamente marinata anche con alcuni liquori, quale il Marsala, che le offrono un sapore maggiormente deciso e forte.

Abbinamenti insoliti ma deliziosi

Abbiamo già anticipato che la carne di vitello si abbina perfettamente con creme e salse dai sapori decisi, come quelle caramellate e realizzate a base di frutta (mele, banane e pesche), ma anche agrumi, quali limone e pompelmo. Il loro retrogusto acido, infatti, garantisce alla carne un gusto deciso e delicato allo stesso tempo contribuendo, inoltre, all’assorbimento di ferro e di altri minerali importanti.
La frutta secca può essere abbinata alla carne di vitello anche senza essere ridotta a creme e salse: in particolare, provate a utilizzare pinoli, mandorle e noci. Il loro gusto migliora quello della carne, ma aggiunge importanti fonti proteiche al vostro piatto.

Carne di vitello e legumi

La carne di vitello può essere anche abbinata ai legumi, come ceci e fagioli, che non solo offrono un gusto decisamente migliore al piatto, ma aumentano l’apporto proteico e la quantità di minerali e di fibre, fondamentali per la salute del nostro organismo. Non abbiate paura di osare: la carne di vitello si sposa perfettamente con una grande qualità di alimenti e sapori, anche quelli più insoliti.

salse

Salse per la carne: come esaltare i piatti

Per i palati più “audaci”, quelli che in cucina osano per fare nuove esperienze, che vanno sempre alla ricerca di nuovi sapori: quante salse per la carne avete assaggiato? Dalla cucina tradizionale a quella contemporanea, sono tante le salse che possono essere abbinate alla carne più pregiata per esaltarne il sapore.

Quali salse abbinare alla carne?

Oltre alle classiche, come la maionese e la senape, esistono salse per la carne coloratissime e gustose, facili da preparare, ma ideali per una ricetta che vede come protagonista la carne.

Per partire da quelle più conosciute, la salsa barbecue è perfetta per le carni cucinate alla griglia: gusto ricco e complesso, la salta barbecue è una ricetta di origine americana agrodolce, densa e concentrata dal classico colore rosso scuro.

Semplice da preparare, la salsa di amarene è un accompagnamento ideale per esaltare ricetta di carne rossa. Così come la salsa alle mele cotogne, una vera delizia: il palato incontra il dolce della mela che sfocia in una sfumatura piccante, ideale per ricette a base di carne bianca. Immancabile la salsa tartara, una delle più diffuse per accompagnare la carne, a base di senape, cetrioli, prezzemolo, aceto e capperi.

Salse per la carne, ricette dal mondo

Come la salsa barbecue è stata “adottata” e utilizzata in Italia in molti piatti, esistono molte salse meno conosciute che si sposano perfettamente con la carne. Parliamo, per esempio, della salsa tzatziki, tipica della Grecia: molto semplice da preparare, è ideale da accompagnare a ricche preparazioni che vedono come protagonista la carne. La salsa worcester si presenta con il suo sapore agrodolce e delicatamente piccante, ed è una delle migliori salse per la carne ma ideale anche per pesce e verdure.

Tutti gli ingredienti della salsa chimichurri sono diffusi e usati anche in Italia, quindi prepararla in casa non è difficile: la salsa è di origine Argentina, Paese famoso per la carne grigliata. Direttamente alla salsa chimicurri è nata la salsa verde, inventata dai piemontesi per accompagnare il bollito di carne (si tratta di un trito di prezzemolo, acciughe e capperi ricoperto con olio extravergine di oliva e aceto).

Per finire il nostro viaggio lungo salse del mondo, non può mancare il guacamole facendo tappa in Messico: una salsa a base di avocado famosa per la sua versatilità. È ideale, infatti, come accompagnamento di molti piatti, oltre a quelli di carne, come ad esempio nei tacos di carne.

carne - cotoletta

Alcuni metodi veloci per cucinare la carne

Quante volte davanti a una fettina di carne ci sentiamo totalmente indecisi sul come prepararla. In seguito saranno proposte alcune ricette semplici e veloci, utili per qualsiasi evenienza. Queste ricette sapranno adattarsi a cosa c’è in dispensa, permettendo di cucinare secondi piatti estremamente gustosi e saporiti.

Alcune ricette veloci per cucinare la carne

Fettine di vitello

Uno dei grandi classici dei secondi italiani: le fettine di vitello. Questo piatto, velocissimo da preparare e molto sfizioso, è ricco di gusto e perfetto per chi sta attento alla linea e alla salute.
Preparare questa ricetta è molto semplice. Basta infatti munirsi di fettine di vitello per 500 grammi e batterle energicamente.

Il passo successivo consiste nell’affettare molto finemente della cipolla e lasciarla imbiondire a fuoco medio-basso in padella, insieme a un filo d’olio d’oliva. Questo passaggio, nel quale è consigliabile utilizzare un coperchio, può essere arricchito mettendo nella padella anche un rametto di timo, perfetto per aromatizzare il tutto.

Dopo circa 3 minuti andranno versati in padella 200 grammi di pomodori precedentemente tagliati a metà. In seguito, dopo aver aggiustato di sale, aggiungere la carne e lasciar cuocere a fiammo dolce per circa 10 minuti, magari sfumando con un bicchiere di vino bianco.

Fettina panata

Un altro grande classico della cucina italiana, uno dei piatti dei pranzi domenicali a noi tanto cari.
Croccante, gustosa, saporita, questi aggettivi fanno venire subito in mente la fettina panata, un secondo piatto delizioso che piace davvero a tutti. Nonostante si tratti di un piatto estremamente buono, la preparazione richiede davvero pochi attimi. Molto importante è però richiedere in macelleria la carne adatta, che solitamente si tratta di fettine di girello o magatello o in alternativa fesa di vitello. Una volta arrivati casa, bisognerà anche in questo caso battere le fettine con un batticarne e in seguito passarle nella panatura prima di friggerle in olio di semi. La panatura prevede una prima passata nella farina, una successiva nell’uovo sbattuto e un’ultima nel pangrattato.

Per ottenere una fettina panata molto croccante è consigliabile ripetere il passaggio due volte, tecnica perfetta per ottenere fettine panate dal rivestimento più consistente.

Involtini di vitello, zucchine e prosciutto

Ricetta perfetta per chi desidera ogni tanto variare, gli involtini sono un pasto completo, dal forte apporto energetico e proteico. Sebbene sia una ricetta leggermente più articolata delle precedenti, è ugualmente semplice da preparare. Bisogna infatti stendere la carne e riempirla farcendola semplicemente con con cosa si ha a disposizione, in questo caso zucchine e prosciutto. Aiutandosi con uno stecchino o con un filo di spago, si dovrà poi chiudere il tutto, formando un vero e proprio involtino. È consigliata una cottura in padella, a fuoco medio-basso e con un filo d’olio o una noce di burro.

Fettine alla pizzaiola

Si può racchiudere il sapore della pizza su delle fette in carne? Si, con le fettine alla pizzaiola, ricetta velocissima e gustosissima. Questo piatto richiede solamente, oltre alle fettine di vitello, della passata di pomodoro, dell’aglio, dell’olio e dell’origano. La ricetta inizia con la preparazione del fondo, mettendo in una padella olio, aglio, sale pepe, passata di pomodoro e origano. Unire in seguito la carne e lasciar cuocere 20 minuti circa, in maniera tale da permettere alla carne di insaporirsi.

Straccetti

Secondo piatto a base di vitello, gli straccetti possono essere preparati in moltissime maniere differenti. La carne più utilizzata è lo scamone, piuttosto magro e adatto alle cotture veloci.
Indipendentemente dalla ricetta che si desidera proporre, è importante ricordare di togliere la carne dal frigo almeno mezz’ora prima della cottura, tagliarla a striscioline sottili e ricavarne gli straccetti. In seguito infarinare la carne, scuoterla per levare la farina in eccesso e metterla in una padella ben calda.

polpette

Polpette: gli errori da non fare

Le polpette sono una delle colonne portanti della cucina italiana. Questo piatto, semplice e gustoso, ha tantissime varianti; infatti si possono preparare delle polpette a base di carne, pesce o verdure, che, con l’aggiunta delle uova, aromi e spezie varie, danno forma ad un esplosione di gusti.


Origini delle polpette

Questo piatto, che ancora oggi continua ad essere portato nelle tavole di tutto il mondo, ha in realtà origini antichissime. Le polpette devono la loro nascita al Mastro Martino da Como, che durante la metà del quattrocento, prese delle fettine di vitello sottilissime e le riempì con una farcitura speziata, ripiegandole poi su loro stesse e arrostendole sullo spiedo. Da questa prima variante, si arrivò poi nel 1771 ad una ricetta simile a quella che conosciamo oggi: carne di vitello tritata, impastata con formaggio grattugiato, finocchio, uva passa e uova.

Una volta formata le sfere, venivano infarinate e fritte nell’olio, nello strutto o nel burro. Con il passare dei secoli, le polpette hanno iniziato a prendere forma e a cambiare e aggiungere ingredienti, mantenendo però intatto il loro ingrediente principale: la carne di vitello.

Origini del nome

Nonostante non si abbiano prove sufficienti per dichiarare l’origine del nome di questo piatto, si sostiene che la sua provenienza provenga dal suo ingrediente principale, ovvero la polpa di vitello. Altri dichiarano che il suo nome nasca dal termine francese paupière, ovvero palpebra, dovuto dalla loro forma sferica.

Le polpette nel mondo

Le polpette sono uno dei piatti italiani più conosciuti e mangiati al mondo. La classica ricetta italiana prevede l’uso di carne tritata di vitello, uova, mollica di pane ammollata nel latte, parmigiano e un po’ di aglio, olio, pepe e sale. Essendo, però, una ricetta così famosa, gli ingredienti cambiano da regione e paese.

In alcune regioni italiane, per esempio, alla carne tritata viene unito il prezzemolo, l’aglio e il pomodoro secco; in altre vengono unite all’impasto le patate bollite, per renderlo più omogeneo. Esistono anche le varianti di pesce, in cui viene utilizzato il merluzzo, il tonno o altri pesci bianchi.

Inoltre, ci sono tante altre ricette per cucinare delle polpette di verdure che prevedono l’utilizzo di ortaggi come: patate, melanzane, zucchine e zucca. Per gli intolleranti al lattosio e/o i celiaci, è possibile creare delle polpette altrettanto sfiziose utilizzando un formaggio stagionato come un parmigiano con almeno 36 mesi di stagionatura e usare dei panini senza glutine. Poi, ovviamente, si possono aggiungere a piacimento alti ingredienti per insaporire le polpette.

Gli errori da non fare

Esistono tante varianti delle polpette, ma la ricetta più conosciuta rimane quella delle classiche polpette fatte di carne tritata. Nonostante sia quella più conosciuta, ancora oggi si continuano a fare dei piccoli errori durante la loro preparazione.

Prima di tutto, l’impasto delle polpette originali è fatto con la carne tritata di vitello, che con il suo gusto delicato, non deve essere eclissato dagli altri ingredienti.
Ecco perché le spezie devono essere dosate e usate con cura; per esempio, se usiamo troppa paprika o pepe nero, essendo spezie dal gusto forte e deciso, rischiamo di non sentire più il sapore della carne.

Lo stesso vale per il formaggio; possiamo utilizzare il provolone, il caciocavallo, o addirittura osare con il gorgonzola oppure optare per i classici Parmigiano Reggiano e Grana Padano. L’importante è che il formaggio scelto si sposi alla perfezione con le spezie che intendiamo utilizzare. La forma delle polpette non è importante che sia perfetta, ma è necessario che siano tutte della stessa grandezza, così da garantire una cottura uniforme della carne.

Cottura

La cottura delle polpette deve essere fatta a fuoco vivo. Durante la frittura, deve sentirsi lo sfrigolio dell’olio. Una volta fritte in padella, possiamo mangiarle in questa versione semplice o renderle ulteriormente sfiziose cucinandole con una salsa di pomodoro o sfumandole con del vino bianco, alternativa che si sposa bene sia con le polpette di carne, sia con quelle di pesce.