Le migliori carni da fare alla brace

Voglia di organizzare una bella grigliata in compagnia di amici e parenti? Le serate d’estate sono perfette per questo genere di occasioni, ma per realizzarla a regola d’arte è indispensabile scegliere le migliori carni. La cottura alla brace risulta essere piuttosto flessibile e può essere effettuata con la maggior parte della carne, ma è fondamentale acquistare quella giusta in base al taglio e al tipo. Non tutti i tagli sono adatti, in quanto, questo tipo di cottura potrebbe asciugarli troppo e renderli duri. Per evitare che questo inconveniente accada è possibile utilizzare alcuni accorgimenti.

Le migliori carni da fare alla brace

1. Carne di manzo
Questo tipo di carne di origine bovina è sicuramente quella più adatta a supportare la cottura ad elevate temperature come quella alla brace. I tagli migliori da utilizzare sono il filetto, il contro-filetto, lo scamone, la costata, la fese, la noce e la costata. Per realizzare le classiche bistecche, generalmente, viene utilizzata la carne proveniente dalla schiena. Anche gli hamburger sono indicati per la griglia, ma sarebbe meglio prediligere quelli che hanno una piccola quantità di grasso per evitare che durante la cottura si secchino troppo o che si bruciano fuori e restano crudi all’interno. Per chi ama sperimentare, può provare delle carni più particolari come il Flan Steak o l’Arranchera, di origine messicana, dal gusto molto intenso, che va cotta intera e poi tagliata a fette direttamente a tavola.

2. Bistecca
A differenza dell’America, qui in Italia siamo soliti chiamare le fette di carne da arrosto comunemente bistecca. In realtà, di quest’ultima non tutti i tagli sono uguali e vi sono delle grosse differenze. La bistecca può essere di due tipologie differenti e si contraddistingue in Porterhouse e T-bone. La prima è quella che noi conosciamo come bistecca fiorentina, quindi, un taglio molto grande dotato di osso appartenente alla vertebra lombare ed è completa di filetto e contro-filetto, uniti insieme da un osso a forma di T. La T-bone, invece, è una bistecca che presenta una quantità minore di filetto rispetto al contro-filetto e per via della particolare densità della carne e dell’intensità del suo sapore, è quella più adatta per la cottura alla brace.

3. Maiale
Sarà anche buono il manzo, ma quando si griglia non può mai mancare il maiale. Si tratta di una tipologia di carne molto versatile che offre una grandissima varietà di preparazioni che, attenzione, vanno consumate sempre ben cotte per sicurezza. Niente carne al sangue, quindi, per il maiale, ma quali sono i tagli migliori per la grigliata? In questo caso non vi che l’imbarazzo della scelta con: bistecche di coppa, braciole, filetti e salsicce. Certo queste sono le carni di maiale classiche, quelle più utilizzate, ma se siamo audaci possiamo sbizzarrirci anche con il cotechino, il pulled pork o pork ribs ideali da accompagnare con una bella birra o mettere in un bel panino, anch’esso alla brace!

4. Pollo
Tra le carni bianche, quella del pollo, è sicuramente tra le più consumate per il sapore delicato, il costo basso e la velocità di cottura. I tagli migliori per la cottura alla griglia sono il petto, le cosce, le sovracosce e le ali. Prima di cuocerli è fondamentale farli marinare, in quanto questo tipo di carne tende ad asciugarsi molto in fretta. Per quanto concerne la cottura, invece, possono essere cotti con o senza pelle e condite con delle spezie e degli aromi nel mentre. Se desideriamo ottenere maggiore croccantezza e gusto, dobbiamo mantenere la pelle durante la cottura.

5. Pecora e agnello
Per quanto riguarda la carne di agnello e quella di pecora, molto apprezzata per l’elevata digeribilità, il consiglio è quello di prediligere le costolette. Se tagliate spesse, quest’ultime sono perfette per la griglia, in quanto sono in grado di conservare la loro morbidezza naturale. Anche la spalla e il cosciotto sono indicati per questo tipo di cottura, ma richiedono più tempo. Con queste carni, poi, vengono realizzati anche gli arrosticini, tipici abruzzesi, che richiedono una cottura molto veloce.

capocollo di maiale

Capocollo: consigli di preparazione

La carne di maiale, si sa, è talmente versatile e saporita da permettere la realizzazione di svariate ricette in grado di soddisfare davvero ogni palato, sia dei grandi che dei bambini.

Infatti, ogni taglio si presta ad essere lavorato e cucinato per interpretare diverse preparazioni, tutte sempre di grande soddisfazione per il palato. C’è un taglio in particolare che, oltre ad essere molto economico e altrettanto tenero, può diventare un secondo semplice e veloce da preparare o un piatto unico da servire a centro tavola sia da solo che accompagnato a spezie e altri tipi di pietanze che ne esaltano la sapidità e la morbidezza.
Stiamo parlando del capocollo, una prelibatezza costituita da carne magra e grassa che si uniscono creando una proporzione perfetta.

Cos’è il capocollo di maiale e quali sono le sue caratteristiche

Il capocollo del maiale coincide con quella parte della schiena più vicina alla testa che non va confusa con la lombata – di cui rappresenta l’estremità – perché presenta delle caratteristiche molto diverse sia dal punto di vista anatomico che qualitativo.

In base al peso e alla grandezza del maiale, ogni pezzo di capocollo può arrivare a pesare fino a circa quattro chili e, com’è facilmente rilevabile a prima vista, è costituito da diverse fasce muscolari accompagnate da una certa quantità di grasso disposta in un punto ben preciso. Quest’ultima caratteristica, oltre a rendere la carne particolarmente saporita, permette a coloro che desiderano rendere più leggere le proprie ricette di asportare facilmente la parte contenente il grasso per ridurre l’apporto calorico.

Inoltre, qualora si volesse procedere con l’asportazione del grasso, è bene farlo quando la carne è ancora cruda perché una volta cotta tale operazione diventa più difficoltosa e, oltretutto, parte del grasso si sarà già sciolto in cottura rendendo la ricetta più calorica.

A tal proposito, per quanto riguarda le calorie contenute nel capocollo di maiale, c’è da dire che esso contiene una quantità di calorie tale da non consentirne un consumo frequente. Infatti, si tratta di un tipo di carne semigrassa che contiene all’incirca 250 calorie per 100 gr, ma si tratta di una stima approssimativa visto che la percentuale di grasso presente può variare da pezzo a pezzo. Se, invece, il grasso visibile viene asportato prima della cottura allora si può arrivare a circa 150/200 calorie per 100 gr.


Come prepararlo

Come già accennato, il capocollo di maiale si presta ad essere utilizzato per la realizzazione di diverse ricette, tutte gustose e degne di nota sia per la vista che per il palato. Si pensi, ad esempio, ad un arrosto preparato con il pezzo unico del capocollo oppure tagliato a fette e cucinato alla brace o ancora a degli involtini ripieni che ne esaltano sapidità e morbidezza.

A tal proposito, c’è da dire che la tradizione culinaria italiana sa come esaltare il gusto di questo taglio di carne, basti pensare alle molteplici ricette regionali che ne prevedono l’utilizzo e che riescono tutte a presentare un piatto da godere dal primo morso fino alla gustosa scarpetta finale.

Largo, quindi, alle bistecche o fettine di capocollo alla griglia o alla brace condite semplicemente con qualche erba aromatica e un filo d’olio oppure accompagnate da patate, verdure o salse altrettanto saporite.

Chi, invece, preferisce tenere intero il pezzo di capocollo può utilizzarlo per preparare un classico arrosto certamente più saporito rispetto ad altri tagli di carne accompagnato, ad esempio, da patate, carciofi, prugne secche, cicoria, asparagi…

Insomma, com’è facile intuire, il capocollo di maiale rappresenta una prelibatezza che merita di essere inserita all’interno del menu settimanale e che riesce a soddisfare il palato con un’infinità di varianti.

I sali aromatizzati per la carne

Che sia estate o inverno, gustare un ottimo pezzo di carne o di pesce cotti al barbecue o al forno rimane sempre un momento conviviale molto apprezzato soprattutto dal punto di vista del gusto a patto, però, che la preparazione e la cottura degli alimenti avvenga utilizzando condimenti di qualità e che ne esaltino il sapore e la versatilità.

A tal proposito, da qualche anno a questa parte, si è diffusa l’abitudine di usare, al posto del sale comune, diversi tipi di sali aromatizzati con erbe e spezie che donano ad ogni piatto un gusto particolare saltandone il sapore finale.

In tal modo le bistecche, gli hamburger, le costine, la fesa di qualsiasi tipo di carne rossa o bianca ricca di proteine, sali minerali e vitamine possono essere personalizzati nel gusto grazie alla possibilità di utilizzare dei sali aromatizzati con gli ingredienti che più ci piacciono. Senza dimenticare il fatto che, se si utilizzano delle spezie e delle erbe che donano alle pietanze gusto e sapore, si può usare una minore quantità di sale in modo da preservare anche la nostra salute.
Inoltre, un piccolo o grande vasetto di sale aromatizzato e decorato con un nastro colorato può essere una gradevole e utile idea regalo che può essere presa in considerazione in diverse occasioni.

Realizzare i sali aromatizzati è molto semplice, basta avere a disposizione del sale grosso, le erbe aromatiche che più si gradisce e un tritatutto – mixer o bimby – per amalgamare insieme gli ingredienti.
Una volta ottenuto il composto finale bisogna lasciarlo essiccare all’aria o, per un risultato più veloce, asciugare in forno caldo per qualche minuto.

Ma, nel dettaglio, quali sono le erbe e le spezie più indicate per ottenere dei sali aromatizzati saporiti e che non dovrebbero mai mancare in ogni cucina? Prendiamo, ad esempio, come riferimento, quelle erbe che si accompagnano alla perfezione con della carne dal cuocere alla griglia.

• Aneto: dell’aneto si utilizzano sia le foglie che i semi e il suo sapore pungente e particolare lo rende perfetto per chi ama insaporire la carne con ingredienti che si fanno ben sentire, infatti il suo sapore ricorda sia il finocchietto selvatico che l’anice.

• Origano: è una delle spezie mediterranee per eccellenza, utilizzata all’interno di diverse ricette, riesce a riportare alla mente sapori e gusti cari a tutti.

• Semi di finocchio: tradizionalmente utilizzati in abbinamento alla carne, i semi di finocchio donano alla carne un gusto dolce appena percettibile che ne esalta il sapore durante qualsiasi tipo di cottura.

• Ginepro: utilizzato soprattutto per marinare o affumicare la carne, all’interno del sale aromatizzato il ginepro riesce a contenere il sapore deciso di alcuni tipi di carne grazie alle sue note acidule.

• Dragoncello: perfetto per le grigliate perché il suo gusto leggermente amarognolo e saporito permette di utilizzare meno sale e di esaltare, allo stesso tempo, la qualità di qualsiasi tipo di carne.

• Noce moscata: per chi desidera i sapori aromatici intensi e pungenti, la noce moscata è perfetta anche all’interno di salse e intingoli per marinature.

• Salvia: si tratta di un’altra erba aromatica mediterranea per eccellenza che si accompagna benissimo alle preparazioni a base di carne, anzi, ancora meglio se accompagnata da agrumi come il limone o l’arancia.

Naturalmente questi sono solo alcuni esempi degli ingredienti che è possibile utilizzare per realizzare gustosi sali aromatizzati, ma in realtà è possibile sbizzarrirsi con la fantasia utilizzando tutte le spezie che più ci piacciono oppure creare veri e propri mix, ad esempio, di erbe, spezie e agrumi che sono sempre più apprezzati e versatili.

Wurstel artigianali

Wurstel, perchè scegliere quelli artigianali

I wurstel, diminutivo di wurst ovvero salsiccia; sono degli insaccati di carne suina che si consumano a rondelle sulla pizza oppure come stuzzichini o ancora all’interno degli hot dog. Si tratta di un prodotto alimentare tipico del Nord Europa, sono molto diffusi in Germania ma anche nel Nord delll’Italia e in Austria. In genere si gustano in purezza accompagnati magari da patatine e salse tipiche della zona dove vengono gustate. Ecco le origini dei wurstel e i modi migliori per mangiarli.

Le origini del wurstel

Chiunque sia stato in Germania si sarà subito accorto che la parola wurstel non viene mai pronunciata, il loro nome più comune e antico è salsiccia di Vienna. Questi insaccati infatti originariamente venivano inseriti all’interno di un budello di pecora e realizzati con un mix di carne di suino e bovino. Diffusi non solo in Germania ma anche in trentino Alto Adige e altri paesi del Nord Europa. La loro produzione era sia artigianale che industriale e col passare del tempo infatti sono state realizzate diverse varianti. Se i primi wurstel avevano una forma piuttosto corta, di recente, sono stati realizzati in maniera allungata e prodotti anche con carte di pollo e tacchino.

Come si producono i wurstel

Gli insaccati preparati con la carne di maiale sono considerati i più pregiati per la grande percentuale di carne che contengono. I wurstel vengono preparati macinando la carne di suino e alcune parti grasse con un accessorio molto simile ad un trita-carne. In seguito il composto viene aromatizzato con spezie e sale per dare il gusto tipico del prodotto. Inoltre, l’aggiunta di acqua e ghiaccio all’interno della preparazione si rende necessaria per raffreddare il composto e permettere alla carne di venire insaccata. Dopo aver eliminato l’aria insaccato la carne all’interno della guaina in cellulosa, i wurstel vengono cotti e quando si saranno raffreddati, verranno confezionati e immessi sul mercato.

Quali sono i wurstel migliori

Quando si procede all’acquisto dei wurstel bisogna saper scegliere quelli di qualità elevata. I prodotti artigianali ad esempio offrono la garanzia di avere al loro interno una quantità maggiore di carne rispetto alla presenza di grassi, polifosfati ed altri ingredienti. In genere, il principio che vale sempre è quello in base al quale più corta è la lista degli ingredienti migliore sarà il prodotto. La presenza di ulteriori ingredienti come appunto il glutammato è indice sintomatico di qualità bassa poiché sarà minore la quantità di carne al loro interno.

I wurstel artigianali

Rivolgersi al macellaio di fiducia per l’acquisto dei wurstel è una garanzia di qualità in quanto il prodotto non sarà frutto di un procedimento industriale ma verrà realizzato artigianalmente. Il fatto che sia il macellaio a preparare il composto per una minore quantità di insaccati destinati alla produzione del banco è già di per sè sinonimo di qualità. Gli stessi infatti vengono preparati privilegiando al quantità di carne presente al loro interno e riducendo quella di grassi. Questi ultimi saranno infatti presenti in una percentuale che si aggira sul 25%, il prodotto quindi inserito all’interno di una dieta sana ed equilibrata può essere consumato liberamente privilegiando magari contorni meno grassi come l’insalata.

La cottura dei wurstel

Per una migliore cottura dei wurstel, si consiglia di sfruttare la piastra, magari ben calda così da avere una carne morbida. I wurstel vanno girati da ambo i lati e possono essere consumati all’interno del classico hot dog o anche all’interno di altre preparazioni. Un prodotto artigianale garantisce un sapore più intenso e buono e la possibilità di realizzare piatti più sani dal punto di vista dei valori nutrizionali. Inoltre, la presenza di tanta carne e pochi altri altri ingredienti consente di ridurre non solo la quantità di sale e ingredienti dannosi per la salute come il glutammato e i polifosfati ma anche l’acqua che viene poi dispersa in cottura perdendo parte del volume del prodotto.

vini e carne

I vini da evitare con la carne alla brace

Quali vini non scegliere con la carne alla brace

Carne alla brace e vino rosso

Vi siete mai chiesti per quale motivo la carne, e soprattutto quella alla brace, solitamente si abbina meglio con il vino rosso?

C’è una spiegazione scientifica per spiegarlo: il vino rosso contiene delle componenti chiamate ”tannini” che scompongono le glicoproteine presenti nella nostra saliva. In questo modo nella nostra bocca viene prodotta una sensazione di secchezza e questo fa sì che venga contrastata la percezione opposta, di unto e grasso, data dalla carne. La carne alla brace abbinata al vino rosso, quindi, crea un equilibrio nella nostra bocca.

Carne alla brace e vino bianco

Da sempre ci è stato detto che è da evitare il vino bianco quando si mangia la carne, ma perchè? I tannini, sono presenti nella buccia dell’uva e nel momento in cui, per i vini rossi, si procede con la macerazione, i tannini rimangono nel vino. Per i vini bianchi, invece, solitamente non si esegue la macerazione. Per questo motivo quest’ultimi possono contenere solo una piccola quantità di tannini data dal legno su cui i vini vengono conservati durante la fermentazione, ma non dalla buccia dell’uva.

Quindi è vero che il vino bianco non va abbinato alla carne? La risposta è no, non è così. Nonostante quello che si è detto precedentemente, l’abbinamento del vino dipende anche dal tipo di carne e dal tempo di cottura.

Abbinamenti con le carni bianche

Le carni bianche, per esempio, come il pollo e il tacchino hanno un gusto delicato; se abbinassimo un vino molto corposo come potrebbe essere quello rosso, potrebbe sovrastare il gusto della carne. In questo caso quindi, si abbinerebbe perfettamente uno Chardonnay Friuliano, un vino delicato, che al palato risulta secco e armonioso.
Se il pollo non fosse un semplice pollo alla griglia, ma avesse una cottura più lunga, si potrebbe optare per un vino rosato. Una tra le scelte migliori potrebbe essere il Bardolino Chiaretto, un vino rosato che con l’invecchiamento tende al granato, con un odore delicato e un sapore asciutto, sapido e leggermente amarognolo che dà alla nostra bocca un senso di armonia.

Che vino abbinare invece al pollo alla cacciatora? sono da evitare sicuramente vini troppo alcolici, ma si potrebbe tranquillamente scegliere un vino rosso come Castelli Romani DOC rosso, di colore rosso rubino, con un odore vinoso e persistente, che al palato risulta armonioso, morbido, fresco e secco. Un’altro vino molto piacevole con questa tipologia di cottura del pollo potrebbe essere il Chianti DOCG, con un colore rubino brillante e un odore vinoso, che al palato risulta asciutto, sapido e vellutato. Infine, da consigliare è anche il vino Gioia del Colle DOC rosso, liquoroso e dal colore rosso granato con riflessi violacei, dall’odore delicato e dal sapore pieno, dolce, armonioso.

Abbinamenti con la carne di manzo

Cosa abbinare invece alla carne di manzo alla griglia? Sicuramente un vino rosso con un grado alcolico e tannico capace di contrastare la succulenza della carne, ovvero i liquidi presenti in bocca durante la masticazione. A questo punto un Chianti sarebbe perfetto. Più la succulenza è alta e il sapore della carne forte, più sono da evitare vini ”leggeri” con un sapore delicato. Assolutamente da evitare sono i vini bianchi.

Con una Fiorentina alla griglia il vino perfetto e capace di contrastare il sapore forte è sicuramente il Brunello di Montalcino, vino dal profumo intenso e persistente e dal colore granato brillante, che al palato ha il sapore del legno, del sottobosco e di piccoli frutti.

Abbinamenti con la selvaggina e la cacciagione

La selvaggina e la cacciagione richiedono dei tempi di cottura più lunghi, quindi in questo caso si abbinano perfettamente vini rossi invecchiati e molto corposi, come il Nebbiolo della Valtellina, dal colore rosso rubino, che al palato ha un gusto tannico, floreale e balsamico. Anche qui sono da evitare vini leggeri e non tannici.

Abbinamenti con stracotti e brasati

Con gli stracotti e i brasati si consigliano vini rossi maturi, tannici e molto corposi come il Barolo e il Barbaresco.

grigliata

Grigliata, soluzione perfetta per l’estate

La grigliata in estate è un must e un grande classico per vivere all’aperto e godersi la bella stagione con gli amici oltre che per un pranzo in completo relax.

Ci sono alcuni piccoli trucchi da sapere per ottenere un risultato perfetto.

Che carne scegliere per la grigliata?

Sicuramente la carne di maiale in tutte le sue lavorazioni non può mancare. Basti pensare alle costine, alle lonze e alle braciole, ma ci sono anche salsicce e spiedini e si può fare un’eccezione alla dieta aggiungendo anche un po’ di pancetta fresca.

Per la griglia, però, bisogna evitare i tagli magri, perché altrimenti vengono secchi e duri e non sono adatti a questo tipo di cottura.

La carne di manzo e quella bovina in generale poi sono fra le preferite da chi ama lo stile della cottura alla griglia, perché rendono perfettamente ad alta temperatura e si può scegliere tra fesa, noce, lombata, scamone, costata, controfiletto e naturalmente il filetto.

Ma se si vuol qualche cosa di un po’ differente, gli hamburger possono essere un’ottima scelta, perché sono facili da preparare, non richiedono una tecnica particolare e si possono poi utilizzare per deliziosi panini. Come per la carne di maiale bisogna evitare i tagli magri.

Poi ci sono le carni più povere ma proteiche, come il pollo, scegliendo tra sovracoscia, coscia e ali. Con un po’ di preparazione si può anche preparare il petto, che è magro. Deve essere marinato per evitare che si indurisca in cottura.

Come si prepara la griglia

La carne deve essere tolta dal frigo con un certo anticipo, perché se si mette troppo fredda sul fuoco perde rapidamente liquidi e diventa dura. È anche possibile sgrassarla un po’ con un coltello, ma senza eccedere, perché il grasso serve per la cottura.

Si può togliere giusto quello in eccesso per evitare che sfrigolando finisca sulla brace e faccia fumo. È indispensabile non bucherellare mai la carne, eccezion fatta per le salsicce.

La griglia deve essere pulita e leggermente unta, tenuta da certa distanza dalla brace avviata da almeno un’ora, con una distribuzione uniforme del carbone, per essere sicuri che ogni parte sia alla giusta temperatura.

La carne va preparata marinandola, se necessario, ma con poco sale, perché altrimenti rilascia troppo liquido. I tempi di cottura dipendono dal gusto personale e dal tipo.

Il manzo va messo al centro della grigliata e ad alta temperatura, mentre per le bistecche e gli hamburger si preferisce il fuoco vivo, sempre però con la fiamma ben lontana dalla carne per non bruciarla.

Sta al maestro di grigliata sorvegliare sempre che tutto vada in maniera opportuna. Se però si sceglie il pollo bisogna tenerlo abbastanza lontano dalle zone troppo calde e evitare l’esposizione alla fiamma diretta.

Conviene avere sottomano un termometro da griglia. La crosticina sulla superficie della carne cotta alla griglia è dovuto alla reazione di Maillard, che coinvolge la parte proteica e quella zuccherina ed è molto simile a quella che sia nella crosta del pane.

Dopo la cottura bisogna aggiungere il sale, rigorosamente grosso e mai sulla fiamma, perché scoppietta e asciuga troppo la carne, preferendo soltanto tagli di alta qualità.

hamburger

Storia dell’hamburger

Quando nasce l’hamburger

L’hamburger, come ogni piatto di cucina, nasce tra mito e storia. Viene narrata la sua nascita ad Amburgo, nelle cucine del suo porto a inizio del 1800.
Infatti i marinai tedeschi, dopo aver navigato per mesi, avevano bisogno di un piatto sostanzioso e veloce da preparare: una polpetta di carne messa fra due fette di pane era la soluzione migliore da proporre.
Non ci mise molto pertanto la polpetta di Amburgo a sbarcare nelle cucine di altri Paesi del mondo, primo fra tutti l’America, dove tutt’oggi è contesa la sua paternità.

La ricetta

Sebbene inizialmente la ricetta consisteva in due semplici ingredienti, carne e pane, dalla sua data di nascita fino ad oggi nella ricetta iniziale sono stati aggiunti diversi condimenti. Tra questi vi sono le classiche salse tra cui maionese, ketchup e senape.
Tra gli ingredienti tipici degli Hamburger non dobbiamo dimenticarci di patatine, bacon, lattuga, pomodori, acciughe, feta greca, anelli di cipolla e varie salse come teriyaki e tartara.

Hamburger perfetto

Parlare di hamburger perfetto può essere quasi un’utopia, poiché le varianti di ognuno di essi impediscono la ricetta perfetta al 100%.

Esistono diverse tipologie di pane tra cui il Challan Bun, Fluffy Bun, Burger Bun o il Beer Pretzel Buns. Ognuno di essi affronta le sue caratteristiche in fase di cottura in maniera completamente diversa, rendendosi più o meno croccante in fase finale del prodotto.
La durezza del pane influisce sull’assorbimento degli ingredienti, quali salse e succhi della carne rilasciati a fine cottura. A proposito di carne va specificato che la carne da utilizzare nell’hamburger non deve essere magra. Niente carne eccessivamente magra.

Questo perché carne eccessivamente magra non è in grado di rilasciare sufficientemente succhi durante la fase di cottura rendendola quindi secca e non appetitosa.
I migliori tagli sono il controfiletto e il collo rispettivamente di carni rosse come maiale e agnello; consigliamo invece di adottare le cosce o le sovraccosce se vorrete utilizzare la carne di pollo, essendo parti ricche di grasso.
In ogni modo la carne dovrà essere tritata sul momento e poco prima della cottura; inoltre è possibile marinare la carne per ottenere un sapore più profondo.

contorni

Contorni inusuali per le grigliate

Per poter apprezzare la carne, il suo sapore e la sua consistenza si consiglia di accompagnarla con un contorno. A tal proposito, vi sono numerosi contorni che possono essere abbinati alla carne in considerazione dei propri gusti ed ovviamente in considerazione del taglio che si sta preparando.

Deliziosi contorni inusuali

La frutta grigliata

Tra i contorni inusuali un primo esempio è rappresentato dalla frutta grigliata. Contrariamente a quanto si pensa, può essere grigliata e costituisce un contorno perfetto per le proprie grigliate, specialmente nel caso in cui si sta grigliando la carne rossa.
L’operazione relativa al grigliare la frutta è particolarmente semplice. E’ sufficiente procedere a tagliare il frutto e poi procedere a grigliarlo. Una curiosità relativa alla frutta impiegata come contorno è relativa al fatto che che nel caso in cui si aggiunge a quest’ultima il miele o lo zucchero quest’ultima può essere servita come dolce o dessert alla fine del pranzo o della cena.

La pannocchia al cartoccio

La pannocchia al cartoccio rappresenta uno dei contorni semplici e gustosi, capaci di esaltare il sapore della carne.
La procedura di cottura è particolarmente semplice: è sufficiente procedere alla rimozione delle foglie dalla pannocchia e a condire quest’ultima con sale e pepe.
In seguito, si deve procedere ad avvolgere la pannocchia in un apposito foglio di alluminio prestando particolare attenzione e verificando che il foglio in questione sia sigillato.
Per quanto concerne le tempistiche di cottura sono di circa 30-40 minuti. Si consiglia inoltre di impostare il forno ad una temperatura di circa 180 gradi.
Questo particolare contorno inusuale è particolarmente indicato nel caso in cui si stia preparando la carne di manzo.

La coleslaw salad

La coleslaw salad proviene dalla tradizione inglese ed anglossassone. In ragione della sua freschezza, è un abbinamento ottimale per le grigliate di carni di manzo e di vitello.
La Coleslaw Salad è costituita da una serie di ingredienti tra i quali vi sono il cavolo cappuccio, le carote ed infine il cipollotto fresco. La procedura di preparazione di questo contorno è particolarmente semplice: è sufficiente procedere a preparare le verdure, a tagliarle e a lavarle. In seguito, si deve procedere alla preparazione della salsa, amalgamando circa 150 grammi di yogurt con circa tre cucchiaini di maionese.
Per completare la preparazione della salsa si devono aggiungere i seguenti ingredienti: un cucchiaio di aceto, un cucchiaio di zucchero, un cucchiaio di senape, ed infine un pizzico di sale e pepe.
Una volta completata la preparazione della salsa, si deve aggiungere quest’ultima all’insalata preparata in precedenza.

Le patate alla birra

Fra i contorni inusuali per le grigliate si possono citare le patate alla birra, che rappresentano uno dei contorni maggiormente apprezzati per le grigliate.
La preparazione delle patate alla birra è particolarmente semplice. Per preparare tale contorno si deve procedere a sbucciare le patate e a tagliarle preferibilmente a cubetti. In seguito, queste ultime devono essere posto su un foglio di carta stagnola e devono essere condite con sale, rosmarino e burro.

Successivamente si deve procedere a versare la birra. Per quanto concerne la quantità da versare, si consiglia di versare all’incirca 10 ml di birra ogni 100 gr di patate. In seguito, è sufficiente procedere alla chiusura del cartoccio, infornando quest’ultimo ad una temperatura di circa 200 gradi. Al fine di esaltare al meglio il sapore e il gusto della carne si consiglia di impiegare la birra rossa.

ossobuco

Ossobuco, un classico della tradizione

L’Ossobuco: un grande classico della tradizione culinaria

L’ossobuco rappresenta un taglio particolarmente pregiato, soprattutto per la tradizione culinaria piemontese.

Si tratta di un particolare taglio di carne con uno spessore variabile di tre o quattro centimetri. Si ottiene dagli arti del bovino ed in particolare dagli arti posteriori. Al fine di ottenere un ossobuco perfetto, il taglio rappresenta un fattore particolarmente rilevante in quanto incide profondamente sul suo sapore.

L’ossobuco presenta una tradizione culinaria particolarmente rilevante. Costituisce una delle principali prelibatezze della tradizione lombarda ed in particolare di quella meneghina. Questo piatto, pur essendo nativo della tradizionale cucina povera, si è evoluto nel corso del tempo. Si possono trovare numerose tipologie di ricette e di varianti che permettono di gustare la pietanza in modi alternativi, originali e assolutamente gustosi.

Tra queste versioni si possono citare, ad esempio, l’ossobuco alla romana, nel quale viene abbinato ai piselli e l’ossobuco alla romagnola nel quale quest’ultimo viene abbinato a delle verdure miste.

L’ossobuco: come prepararlo

Come detto in precedenza, affinché sia perfetto deve essere tagliato esattamente al centro fra il muscolo anteriore e quello posteriore. E’ fondamentale che il taglio in questione metta in rilievo il midollo, la sua presenza incide in modo rilevante relativamente al sapore, al gusto e all’apporto nutrizionale.

Il midollo rappresenta una componente grassa la cui presenza conferisce alla preparazione un sapore ed una cremosità aggiunta.
Al fine di prepararlo in modo ottimale, si consiglia di adottare una cottura particolarmente lunga in umido, che permette infatti di esaltare al meglio il sapore nonché la sua consistenza.
Nella tradizione culinaria lombarda il metodo di cottura in umido è quello maggiormente impiegato.

Può essere preparato anche al forno. In questo caso tuttavia si consiglia di versare in modo periodico sull’ossobuco i succhi di cottura in modo che non diventi duro.
In sostanza, l’ossobuco rappresenta un vero e proprio piatto tipico della tradizione culinaria, che può essere servito sia singolarmente che anche accompagnato da gustosi contorni tra i quali si possono citare la polenta o il purè di patate. Uno degli abbinamenti maggiormente noti ed apprezzati è rappresentato dall’ossobuco accompagnato dal risotto alla milanese.

L’ossobuco: quale bevanda ne esalta maggiormente il sapore

Al fine di gustare al meglio l’ossobuco si consiglia di accompagnare quest’ultimo ad un vino rosso capace di esaltarne il gusto e il sapore. Nel caso in cui invece si prepari una versione priva di carne, si consiglia di accompagnare quest’ultima ad uno champagne o a uno spumante i cui sapori permettono di attenuare la grassezza della versione in questione.