Conservare la carne nel modo adeguato è, senza ombra di dubbio, uno degli aspetti da cui non possono prescindere sia i normali consumatori che gli addetti ai lavori. Al fine di garantire un’elevata qualità della materia prima, risulta infatti necessario preservare nella maniera adeguata ogni alimento ricavato dalle parti commestibili degli animali omeotermi, ovvero quelle specie in grado di mantenere costante la propria temperatura corporea.
Non conservare la carne adeguatamente potrebbe, infatti, significare alterare il modo significativo il sapore di quest’ultima o, ancor peggio, favorire la nascita e la successiva proliferazione di piccoli microrganismi che possiamo definire tutt’altro che innocui. In entrambi i casi, la carne non potrebbe più essere consumate e risulterebbe obbligatorio buttare il prodotto. Come fare, quindi, a conservare i prodotti di macelleria nella maniera corretta? Quali aspetti vanno tenuti in considerazione?
Composizione della carne
Prima di comprendere come conservare adeguatamente i prodotti di macelleria, risulta necessario apprendere qualcosa in più riguardo la loro composizione. All’interno di qualsiasi pezzo di carne, si trovano elementi quali acqua, proteine, grassi, glicogeno e diverse vitamine del gruppo B. Questo consente di affermare che non è solo il gusto a rendere la carne uno degli alimenti più apprezzati al mondo, ma anche l’importante apporto nutritivo che questo alimento è in grado di apportare all’organismo. Proprio l’assunzione della carne permette a questo di funzionare nel modo corretto e, inoltre, genera diversi effetto positivi sul sistema nervoso.
Oltre a quanto illustrato precedentemente, all’interno della carne troviamo anche dei microrganismi che, nonostante possano essere definiti quasi sempre innocui, in caso di eccessiva proliferazione potrebbe provocare importanti problematiche alla salute. In aggiunta, come brevemente anticipato in precedenza, una conservazione non propriamente corretta della carne potrebbe favorire lo sviluppi di altri mircrorganismi, tra cui la salmonella, l’escherichia coli e la camplyobacter.
Conservare la carne nel modo sbagliato: quali sono le conseguenze
Appare ormai chiaro come la corretta conservazione della carne rappresenti qualcosa di primaria importanza. Qualora questa non avvenisse nel modo corretto, si correrebbe il rischio di rovinare l’alimento favorendo la proliferazione di microrganismi capaci di danneggiare la carne stessa provocando alterazioni nel colore, nell’odore, nel sapore e nella consistenza.
In casi ancor più gravi, lo sviluppo di nuovi microrganismi può risultare meno evidente, ma ancor più pericoloso. Parliamo, infatti, di microrganismi patogeni in grado di dare origine a problematiche di ordine gastroenterico. Tra queste, la più comune è sicuramente la salmonella, batterio solitamente presente all’interno di carni suine e capace di provocare sintomi come dolore addominale, febbre e vomito.
Altrettanto pericolosa è, invece, l’escherichia coli, batterio principalmente presente nei bovini ma riscontrabile anche nei polli. A differenza della salmonella, quest’ultimo è un batterio già presente nel nostro organismo, ma alcuni dei suoi ceppi possono risultare particolarmente pericolosi.
Conservare la carne: gli aspetti di cui tenere conto
Comprese le problematiche che possono sorgere in caso di mancata conservazione delle carne, è ora necessario quali sono i fattori chiave in grado di influire su quest’ultima.
In primo luogo è essenziale mantenere l’alimento all’interno di un luogo caratterizzato da un’umidità pari a circa il 90%, percentuale utile a evitare la proliferazione dei batteri. La temperatura, invece, dovrà essere compresa tra gli 0 ºC e i 2°C, mentre, al fine di controllare il livello di acidità della materia prima, il ph dovrà risultare mai inferiore a 4.4 e mai superiore a 4.5.
Solo prestando attenzione a quanto illustrato, sarà possibile assicurarsi una perfetta conservazione della carne.