Il roast beef è un tipico piatto inglese conosciuto, ormai, da un paio di secoli e apprezzato anche in diverse altre parti del mondo da chi ama gustare un buon taglio di manzo cucinato con cura nella cottura e, soprattutto, con tutto un insieme di spezie e odori che ne garantiscono bontà persistente.
Si parlava di cottura e, infatti, il classico roast beef si presenta quasi crudo al centro e con un colore che si avvicina al rosso, mentre coloro che non apprezzano particolarmente la carne poco cotta possono optare per una preparazione più prolungata che gli dona un colore sul nocciola all’interno e dorato all’esterno.
Ma vediamo di conoscere meglio questo piatto così versatile e adatto sia al classico pranzo della domenica o delle grandi occasioni sia ad essere utilizzato come piatto da gustare anche dopo un giorno o due grazie alla sua facilità di conservazione.
Roastbeef: origine
La parola inglese Roast Beef significa, letteralmente, “bue arrostito” e, per prepararlo, viene usata principalmente parte della lombata di vitello, ma anche il filetto, il controfiletto o la spalla. Si ha notizia di questa preparazione già durante il Quattrocento, ma la tradizione domenicale del roast beef di diffuse soprattutto durante l’Ottocento, quando era molto diffusa la convinzione che si dovesse mangiare molta carne a settimana per rimanere in salute.
Diffusione del roastbeef in Italia
In pochi anni questa preparazione oltrepassò i confini britannici e arrivò anche in Italia dove i toscani furono i primi ad apprezzarne il gusto e la preparazione – non dimentichiamo che ancora oggi la classica bistecca Fiorentina viene gustata praticamente semicruda proprio come si presenta la parte centrale del roast beef – tanto che, ancora oggi, il termine “rosbiffe” viene utilizzato comunemente per indicare questo piatto.
A riprova della diffusione del roast beef in Italia già dalla metà dell’Ottocento, c’è uno scritto inviato da Mazzini quando si trovava a Londra e che ne parla come del piatto principale durante i pranzi domenicali e conviviali, ma non è da escludere anche l’ipotesi che a diffonderne la ricetta in Italia siano stati gli stessi inglesi che qui soggiornavano.
Ancora oggi, in Inghilterra come altrove, il roast beef viene preparato sia per le grandi occasioni che per i pasti di tutti i giorni, complice anche il fatto che si tratta di un piatto i cui avanzi possono essere facilmente conservati e consumati anche nei giorni successivi o riutilizzati per altre preparazioni. In particolare, negli ultimi anni è diventato sempre più frequente l’utilizzo di alcune fettine di roast beef all’interno di panini conditi con altre spezie o pietanze per creare un piatto unico che può essere anche consumato a lavoro o in piedi al bar, ma anche per realizzare vere e proprie proposte gourmet.
Come prepararlo
Il segreto per ottenere un buon roast beef è sicuramente partire da un pezzo di carne di ottima qualità, ma è di fondamentale importanza anche tenere d’occhio i tempi di cottura in modo da ottenere quell’interno rosa tipico di questa preparazione che conserva buona parte del suo sapore succulento. La questione della cottura viene spesso presa come un ostacolo insormontabile, succede così che in molti evitano di preparare il roast beef per paura di sbagliare i tempi e rovinare un buon pezzo di carne.
In realtà, basta seguire poche e semplici accortezze per ottenere una carne rosa al centro e cotta all’esterno. L’ideale è far cuocere la carne subito ad un’alta temperatura – tipo 220 gradi – e, man mano, abbassare il calore per i successivi 30 minuti: in questo modo la parte interna rimarrà morbida, succosa e tenera, mentre la parte esterna diventerà croccante e saporita.